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    Gruppo Dimensione

    L’importanza di utilizzare dei calcestruzzi sostenibili

    Il calcestruzzo è uno dei materiali da costruzione maggiormente diffusi, viene impiegato per residenze, opere pubbliche ed infrastrutture. Ma il calcestruzzo è un materiale sostenibile?  Gruppo Dimensione è da sempre attento alla ricerca ed all’innovazione nel settore cementifero allo scopo di avere  un processo ed un prodotto il più rispettoso possibile dell’ambiente in cui viviamo.

    Il cemento è uno dei materiali più largamente utilizzati in edilizia e non è raro che edifici studiati al dettaglio in termini di elevate prestazioni energetiche siano costruiti con questo materiale, non tra i più sostenibili. La produzione del cemento è un processo dai costi ambientali ed energetici piuttosto elevati, ma Gruppo Dimensione, da sempre attento a queste tematiche, negli ultimi anni ha sfruttato i risultati di numerose ricerche e sperimentazioni per rendere più virtuoso un materiale dagli indubbi vantaggi strutturali. Quindi la domanda è, il cemento è – o meglio diventerà – un materiale sostenibile?

    La produzione del cemento: numeri e costi ambientali

    Secondo la relazione annuale AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento) i consumi mondiali nel corso del 2016 sono aumentati, toccando quantità di produzione pari a quasi 4 miliardi di tonnellate. Il primo mercato del settore è quello cinese, con un consumo di circa 2300 milioni di tonnellate. In Italia i numeri hanno, invece, indicato un’ulteriore contrazione del mercato, con la produzione (nel 2016) di 19,3 milioni di tonnellate (-7,2%) di cemento. Questo andamento è dovuto all’arresto degli investimenti nel settore delle costruzioni, successivo agli anni di crisi.

    L’industria cementifera mondiale è la responsabile di circa il 5% delle totali emissioni e la quantità di energia necessaria alla produzione di questo materiale è davvero molto elevata. Per il settore stesso i costi energetici, sui valori generati dal business, sono altamente incidenti, rappresentando più della metà dei costi di produzione. Soprattutto dopo COP 21 di Parigi, il tema delle emissioni, è diventato di primaria attenzione e le misure intraprese sono sempre più rigide e restrittive.

    A questo si sommano la grande quantità di acqua necessaria alla sua produzione e la non riciclabilità. È semplice comprendere la necessità di intraprendere la strada dell’innovazione, non solo di prodotto ma anche di processo e tecnologia, nonostante negli ultimi 40 anni l’industria del cemento abbia comunque fatto notevoli passi in avanti in termini di sostenibilità ed efficienza.

    Calcestruzzo ed emissioni di CO2

    Come detto, uno dei problemi principali della produzione di calcestruzzo consiste nella quantità di emissioni prodotte. Proprio per questo sono state diverse le ricerche portate avanti negli anni per trovare soluzioni che permettessero l’abbattimento delle emissioni a carico del cemento.

    Di alcuni anni fa sono altre due innovazioni. Nel 2012 l’Istituto Politecnico Nazionale del Messico (Cinevestav) ha brevettato un cemento sostenibile, che richiede la metà dell’energia termica necessaria per la produzione del cemento tradizionale ed è in grado di abbattere le emissioni di CO2. Di pochi anni successivi è la proposta di Brent Constantz, professore di Stantford, che ha studiato un calcestruzzo a partire dal carbonato di calcio. Fonte di calcio è l’acqua di mare e di carbonato lo sono gli scarichi di biossido di carbonio delle centrali elettriche. In sostanza un cemento fatto di inquinamento e CO2. L’idea arriva osservando il comportamento dei coralli, che si costruiscono un guscio in carbonato di calcio.